A Riehen, una cittadina svizzera al confine con la Germania, sorge un museo di arte contemporanea frutto della grande passione per l'arte del suo fondatore, Ernst Beyeler. Gestore prima e proprietario poi di una libreria antiquaria a Basilea, all'indomani della Seconda guerra mondiale Beyeler trasforma poco per volta le sale del negozio in una galleria d'arte diventando uno dei maggiori collezionisti del Paese elvetico. Nel corso degli anni l'ex libraio acquista oltre 250 opere dei più grandi artisti dell'Ottocento e del Novecento, da Van Gogh a Matisse, da Picasso a Mondrian: quando la sua pinacoteca diventa troppo ampia, Beyeler decide di creare una sede apposita, affidando il progetto a un architetto di fama mondiale, Renzo Piano. È il 1997 quando viene inaugurato l'edificio, che diventa subito un punto di riferimento nelle istituzioni museali europee.
Oggi, nell'anno del suo ventennale, la Fondation Beyeler dedica una mostra a uno dei massimi artisti presenti in collezione: Claude Monet.
Le atmosfere magiche delle sue tele costituiscono il punto focale dell'esposizione, che conta 50 opere del periodo compreso tra gli anni successivi al 1880 e il tempo tardo delle “Ninfee”. Protagonisti sono gli affascinanti giochi di riflessi e ombre della pittura di Monet: rispecchiamenti nelle acque della Senna, paesaggi costieri ombrosi e selvaggi, alberi in controluce e ponti quasi dissolti nella nebbia londinese. Nel 1879, dopo la morte della moglie, Monet si mosse verso nuovi orizzonti. Il suo ruolo di pioniere dell'impressionismo era ormai concluso, e sempre più egli pareva eleggere il dipinto in sé a vero tema della sua arte.
Le riflessioni di Monet in pittura si prestano a una duplice interpretazione. Il ripetersi dei motivi attraverso il riflesso, condotto all'estremo limite nel ciclo delle ninfee che si specchiano nello stagno, si può leggere anche come un'incessante meditazione sulle possibilità della rappresentazione. Un ulteriore passo nell'analisi di quelle che per Monet sono le potenzialità dell'immagine è il suo modo di rendere le ombre. Esse sono al contempo raffigurazione e rovescio del motivo, e la loro forma astratta conferisce al quadro una struttura che sembra travalicare la pura imitazione naturalistica.
La mostra, che avrà luogo dal 22 gennaio al 28 maggio 2017, presenta capolavori provenienti dalla collezione della Fondation Beyeler e dai più importanti musei del mondo, come il Metropolitan Museum of Art di New York, l'Art Institute di Chicago e il Musée d'Orsay di Parigi.
Un'occasione dunque per un viaggio nel cantone di Basilea per ammirare le opere del padre dell'impressionismo, di un artista che ha cambiato il modo di guardare il paesaggio; ma anche la possibilità di conoscere un gioiello architettonico, leggero ed elegante, uno dei migliori esempi della creatività di Renzo Piano.
Per approfondire l'opera di Claude Monet guarda l'intervento di Maria Vittoria Marini Clarelli