Il 24 novembre del 1859 appare uno dei saggi più influenti del nostro tempo, L'origine della specie di Charles Darwin, nel quale viene esposta una teoria destinata a rivoluzionare la scienza moderna, quella dell'evoluzione biologica degli esseri viventi.
Ma prima che comparisse l'opera di Darwin, come veniva spiegata l'incredibile varietà di specie animali e vegetali? In che modo si ipotizzava la loro genesi?
Nel Settecento, mentre la fisica e l'astronomia introducevano un ordine matematico nella natura, la biologia ancora si confrontava con una moltitudine sconcertante di fenomeni, apparentemente privi di principi comuni. Innanzitutto mancava un sistema di classificazione che mettesse ordine tra gli organismi viventi: Aristotele aveva diviso in gruppi gli animali e le piante, ma da allora, anche grazie alle scoperte geografiche, la conoscenza del mondo naturale si era ampliata enormemente mentre il sistema aristotelico non aveva subito miglioramenti.
Una svolta in questo campo avviene, nella prima metà del secolo, con il lavoro del botanico svedese Carl von Linné, meglio conosciuto con il nome italianizzato di Carlo Linneo. È lui per primo a organizzare gli esseri viventi in un sistema di generi e specie, che i suoi successori sviluppano in una struttura simile a un albero: regni, tipi, ordini, famiglie, generi e specie; ogni classificazione si diparte dalla precedente creando molteplici ramificazioni.
Linneo era un uomo profondamente religioso, tanto da dedicare a Dio la sua prima opera, il Sistema della natura. Le sue categorie avevano il solo scopo di classificare il creato, le specie e i generi creati da Dio con le loro somiglianze e differenze, non intendevano suggerire alcuna discendenza delle specie da progenitori comuni. In questa direzione si muoveranno invece Lamarck, a cavallo tra il '700 e l'800, e qualche decennio più tardi Darwin e Wallace.
Jean-Baptiste Lamarck è un naturalista, nato quarant'anni dopo Linneo, che per primo mette in questione la fissità delle specie difesa dallo scienziato svedese. Lamarck immagina una legge della biologia che permette agli esseri viventi di trasmettere alle generazioni successivi i cambiamenti indotti dall'ambiente circostante.
Darwin correggerà e perfezionerà questa teoria, introducendo il principio della selezione naturale. La stessa teoria che un giovane naturalista di nome Russell Wallace, nel 1858, sottopone a Darwin per riceverne una valutazione. Darwin ne riceverà lo stimolo per pubblicare finalmente i risultati delle sue osservazioni, che aveva maturato in vent'anni di studi: l'anno successivo esce L'origine della specie per mezzo della selezione naturale, il suo capolavoro scientifico.