Quante possibilità di salvezza pensate di avere nel caso di un'epidemia zombie? Per quanto siate scaltri e coraggiosi sarebbero pochissime, meno di una su un milione. Pessimisti? Forse, ma è la matematica ad affermarlo. A questa conclusione sono giunti alcuni studenti dell'Università di Leicester, in Inghilterra, che hanno analizzato dal punto di vista statistico la diffusione del contagio in un'eventuale apocalisse zombie stile The Walking Dead. I ricercatori hanno applicato un modello specificamente usato in medicina per monitorare l'evoluzione di un'epidemia: il SIR, acronimo che sta per Suscettibili, Infetti, Rimossi. I Suscettibili sono le persone sane, che possono perciò contrarre il virus; gli Infetti ovviamente sono quelli colpiti dalla malattia; i Rimossi – o anche Ristabiliti – sono i pazienti che sono guariti e che dunque sono immunizzati.
Lo studio ha calcolato nella peggiore delle ipotesi che un morto vivente affamato di carne umana ha il 90% delle probabilità di contagiare un uomo per ogni giorno della sua breve “vita”, la cui durata è stimata in appena venti giorni. Facendo un paragone con una delle epidemie più letali della storia, la peste nera, che nel Medioevo uccise più di un terzo della popolazione europea, il virus zombie sarebbe due volte più infettivo. Tradotto in cifre, se consideriamo l'intera popolazione mondiale, quindi circa 7 miliardi e mezzo di individui, in una ventina di giorni avremo una pandemia incontrollabile e in circa 100 giorni i superstiti sarebbero soltanto 181. Vale a dire che in poco più di tre mesi l'umanità sarebbe quasi spazzata via: una prospettiva terrificante che supera persino le fosche previsioni degli sceneggiatori televisivi.
Ma come abbiamo imparato dai film, l'uomo non resta inerme di fronte a una massa di feroci mutanti cannibali che lo vogliono spolpare; si organizza, si difende e cerca di combattere. Per questo motivo lo stesso gruppo di universitari ha condotto una seconda ricerca introducendo dei parametri di resistenza, come la quantità di zombie uccisi da ciascun individuo o il tasso di natalità del genere umano. Da questo versante è arrivato un barlume di speranza: anche aumentando la vita degli zombie a un anno e supponendo che ogni persona ne ammazzi uno solo al giorno, in quasi ventisette anni la Terra sarebbe ripopolata e i morti viventi completamente sterminati. Non è uno scenario particolarmente ottimista certo, ma almeno alla fine “chi la dura la vince”.