La Grande onda sullo sfondo del monte Fuji rappresenta probabilmente l'immagine più familiare dell'arte giapponese. Il suo autore è Katsushika Hokusai, pittore e incisore vissuto tra Settecento e Ottocento, famoso per le sue stampe in stile ukiyo-e, cioè “mondo fluttuante”, una corrente che predilige e celebra le bellezze mondane, effimere certo ma decisamente vitali.
Oggi la città di Tokyo dedica alla vasta produzione del maestro giapponese un museo intero, che sorge proprio nel luogo dove il grande artista è nato e vissuto per novant'anni, il quartiere Sumida: a progettarlo ha chiamato uno degli studi più apprezzati nel campo museale, lo studio SANAA guidato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, vincitori del premio Pritzker nel 2010 e autori di edifici come la succursale del Louvre di Lens, il New Museum di New York e la Grace Farms Foundation nel Connecticut.
Inaugurato il 22 novembre 2016 all'interno di un parco che ospitava un antico palazzo feudale, il museo si presenta come un blocco di cemento dai volumi spigolosi, con una facciata dalle linee spezzate e soprattutto rivestito da una “pelle” metallica leggermente riflettente, che consente all'edificio di inserirsi con armonia nell'ambiente circostante. L'interno, con i suoi quattro piani più un seminterrato, riflette le forme esterne: le curve, se si eccettuano alcune scale a chiocciola, sono state praticamente bandite, mentre le passerelle e le aperture mostrano un inconsueto aspetto triangolare.
Ma la particolare sagoma della costruzione non è frutto di un capriccio architettonico. Come capita sempre con Sejima è stata ideata per offrire alle opere di Hokusai la migliore visibilità possibile: i tagli della facciata per esempio, portano la luce direttamente nel centro del museo e delle sue stanze; le sale, ritagliate dalla strana geometria esterna, hanno misure e forme diverse in modo da essere funzionali agli oggetti esposti, spesso di piccole dimensioni, come le preziose stampe dell'epoca Edo.
Il nuovo museo Sumida Hokusai costituisce dunque un altro tassello nella ricerca di Kazuyo Sejima, un altro saggio di quell'architettura semplice, leggera e fantasiosa marchio di fabbrica dello studio SANAA, un raffinato landmark nel paesaggio della capitale giapponese.