Si è aperta il 22 settembre a Città di Castello, città natale dell'artista, una delle mostre più attese dell'anno, “Burri. Lo spazio di materia/ Tra Europa e USA”, dedicata all'opera di Alberto Burri e all'arte del secondo dopoguerra. Negli spazi degli ex Essiccatoi del tabacco si possono ammirare i capolavori del grande maestro dell'Informale: i catrami, le muffe, i sacchi e le combustioni, i lavori con ferri, plastiche, cretti e cellotex, ovvero un'ampia rassegna delle invenzioni artistiche di Burri e del suo rivoluzionario uso dei materiali.
Affiancano queste opere, centinaia di dipinti, sculture e installazioni realizzate da artisti che influenzarono o furono ispirati dalle ricerche di Burri, in modo da restituire, come afferma il curatore dell'esposizione Bruno Corà, “lo spirito del tempo”: da Pollock a Rauschenberg, da Klein a Kounellis, dall'espressionismo astratto all'arte povera, i grandi interpreti di una straordinaria stagione artistica che ha visto ridisegnare i linguaggi estetici contemporanei.
Un significativo omaggio in occasione dei cento anni dalla nascita di uno dei maestri indiscussi del Novecento italiano, quello che il direttore del Guggenheim Museum di New York, Richard Armstrong, ha definito “uno dei più innovativi artisti del secondo dopoguerra mondiale”.
Approfondisci l'opera di Burri e degli altri protagonisti dell'Informale grazie alla guida di Luca Massimo Barbero, direttore della Fondazione Cini di Venezia.