Il 10 dicembre 1903 per la prima volta il premio Nobel viene assegnato a una donna, la fisica Marie Curie per la scoperta della radioattività. Potremmo pensare che da quel momento per Marie Curie si spalanchino le porte delle università e dell'esclusivo e maschilista ambiente delle scienze: tutt'altro, la studiosa continua a essere osteggiata e deve mostrare grande determinazione e coraggio per continuare il suo straordinario lavoro.
A partire dal 1911 iniziarono per lei anni particolarmente difficili, nonostante il conferimento del secondo premio Nobel. Il rifiuto alla sua nomina a membro dell'Accademia delle Scienze di Francia segna l'inizio di questo tormentato periodo della sua vita. È un rifiuto basato soltanto sul fatto che Marie Curie è una donna, e in particolare una donna che contrasta con il cliché della femminilità nel periodo della Belle époque: una donna che vuole l'equità invece delle attenzioni particolari, una donna che preferisce il rispetto all'ammirazione, che non vuole essere seduttiva ma colta. E poi, come avrebbe detto in seguito qualche membro dell'Accademia, cosa sarebbe successo se si fosse cominciato a fare entrare le donne nell'Accademia? Anche la stampa prese posizione contro Marie, iniziando una barbara campagna denigratoria, addirittura mettendo in discussione il suo talento e le sue abilità come scienziata. Alcuni giornali scrissero che aveva usato le indubbie doti del marito e che si era appropriata quasi indebitamente dei risultati da lui ottenuti. Anche chi credeva in lei, nel suo genio, nella sua passione per la ricerca, nel suo prestigio internazionale, fece molta fatica a sostenere la sua candidatura per la nomina a membro all'Accademia. La votazione del 24 gennaio 1911 dette esito negativo, anche se soltanto per due voti, e l'Accademia scelse un altro scienziato, maschio, anche se di rilevanza scientifica decisamente inferiore.
Il momento peggiore della vita di Marie Curie fu però l'anno successivo, quando la stampa si accanì contro di lei perché, come abbiamo già detto, rappresentava una donna che nel privato violava l'immagine della femminilità predominante. In questo periodo il borghese medio poteva avere un'amante, anzi era auspicabile che avesse un'amante, purché moglie, marito e amante stessero ciascuno al proprio posto. Non erano ammesse interferenze e sovrapposizione di ruoli. Nelle occasioni pubbliche ci doveva essere la moglie, mentre nel privato c'era quello che c'era. Ed è in questo clima che la storia d'amore vissuta da Marie Curie con il fisico Paul Langevin venne buttata in pasto alla stampa; la moglie di Langevin pagò addirittura un investigatore privato per rubare le lettere che Marie Curie aveva scritto a Langevin e cominciò a minacciare di farle arrivare ai giornali, come poi in effetti fece. Marie Curie uscì completamente distrutta da questa esperienza al punto da dover ricorrere a ricoveri ospedalieri; soltanto nel 1913 comincerà a riprendere una vita normale continuando le sue ricerche, coadiuvata da un'altra donna di grande talento, la figlia Irène.
Approfondisci la figura e le ricerche di Marie Curie nel racconto di Giuseppe Bruzzaniti