Alberto Asor Rosa è nato a Roma il 23 settembre 1933. Ha insegnato letteratura italiana per più di quarant’anni presso l'Università La Sapienza di Roma, di cui attualmente è professore emerito. Ha esordito con il libro “Scrittori e popolo. Il populismo nella letteratura italiana contemporanea” (1965). Si è occupato sia di letteratura italiana antica (Boccaccio, Guicciardini, Sarpi), sia di letteratura italiana moderna (Verga, Collodi), sia di letteratura contemporanea, con grandi aperture verso la storia della cultura e delle ideologie (“La cultura”, 1975; “Stile Calvino”, 2001). Politicamente impegnato a sinistra, è stato deputato del PCI nel 1979-80 e ha scritto di politica e attualità. Negli ultimi anni si è cimentato anche con la narrativa, facendone l’occasione per una esplorazione ai livelli bassi della storia italiana contemporanea: “L’alba di un mondo nuovo” (2002) e “Assunta e Alessandro” (2010); in “Storie di animali e altri viventi” (2005) ha sperimentato il tentativo di dare voce ad altre identità umane, il gatto e il cane; nel 2013 è stata pubblicata la raccolta “Racconti dell'errore”, che indaga i temi della memoria, del tempo e della morte. Ha curato una monumentale “Letteratura italiana”, in 23 volumi, in cui il percorso storico e geografico della nostra letteratura nazionale è esaminato in tutti i suoi aspetti. Nel 2009 è apparso “Il grande silenzio. Intervista sugli intellettuali” (a cura di Simonetta Fiori), che ha avuto un grande successo. Del 2014 è il saggio “Letteratura italiana. La storia, i classici, l'identità nazionale” e dell'anno successivo “Scrittori e popolo 1965. Scrittori e massa 2015”.